LA NONA PROVA: il profeta come misericordia per l’universo.

Under category: Profeta nel ruolo di marito

Allah ha inviato il suo messaggeroﷺ affinché fosse una misericordia per tutto l’universo, per far uscire gli uomini e i jinn dalle tenebre della miscredenza e dell’idolatria verso la luce del Monoteismo e della legge stabilita per allontanarli dalla collera e dalla punizione di Allah e far loro guadagnare il Suo compiacimento, il Suo paradiso e una buona ricompensa.

Il profetaﷺ si sforzò molto e rimase paziente a lungo durante il periodo di trasmissione del messaggio, finchè la luce del monoteismo non illuminò ogni parte della Terra.

Allah l’Eccelso in un versetto del Nobile Corano dice

Non ti mandammo se non come misericordia per il creato.

(Sura al-Anbiya v.107)

Vediamo ora l’influenza che ebbe il profetaﷺ su quelli che per varie ragioni ebbero contatto con lui:

Allah non volle che Muhammadﷺ crescesse come un servo nelle mani di Abrahah e del suo esercito ed è questo che sarebbe potuto accadere se Abrahah fosse riuscito a distruggere la Ka’ba e a catturare la gente della Mecca. Ma come avrebbe potuto vincere quando Allah è Custode di ogni cosa e il Miglior Soccorritore?

La benedizione del profeta Muhammadﷺinfluì su tutto il popolo della Mecca:si salvarono dall’esercito di Abrahah e dal diventare suoi prigionieri, anche se erano ancora adoratori di idoli.

Allah, sia Egli innalzato e glorificato, scelse il Suo profeta, Muhammadﷺ come ultimo profeta per l’intera umanità e selezionò il suo nome e i nomi di tutti quelli che ebbero a che fare con luiﷺ.

Ibn Ishaaq narra che Halima racconta che un giorno era uscita dalla sua terra con suo marito e un suo figlio che stava allattando;era alla ricerca di famiglie che volessero una nutrice per i loro neonati. C’èrano inoltre nove donne della tribù dei Bani Sa’di bin Nabr che erano in viaggio per lo stesso motivo”.

Aggiunge Halima: “era un anno arido che non aveva lasciato nulla” e “mi misi in viaggio cavalcando un asina debole e portando con me una vecchia pecora che non aveva neanche una goccia di latte. Non riuscivamo a dormire a causa dei pianti del nostro bebè, il mio seno non era sufficiente per lui e la vecchia pecora non aveva di che nutrirlo, ma speravamo in una pioggia benefica e in un sollievo. Continuai nel cammino verso la Mecca e gli animali arrivarono deboli e affaticati. Iniziammo a cercare neonati da allattare e nessuna di noi accettò di portare con sè il messaggeroﷺ perchè era orfano e volevamo ottenere buon compenso dal padre del bambino. Dicevamo: “un orfano!? come pensano di poter fare sua madre e suo nonno?” Per questo non ci piaceva. Alla fine non rimase nessuna donna che non avesse preso un neonato a parte me.Quando stavamo per riprendere il cammino dissi a mio marito: “Per Allah, non mi piace il fatto di essere l’unica tra le mie compagne a tornare senza avere con sè un bebè. Vado da quell’orfano e lo prendo con me”. Lui disse: “si, fai così, con la speranza che Allah faccia di esso una benedizione per noi”.

Halima poi dice: “andai da lui e lo presi; l’unica cosa che mi spingeva a farlo era che non ne avevo trovato un altro”. E dice: “quando lo presi tornai al gruppo di viaggio, me lo misi sulle gambe e i miei seni gli fornirono tutto il latte che voleva; bevve dopo di lui suo fratello (fratello di latte, cioè il figlio di Halima) fino a saziarsi e si addormentò nonostante non fossimo riusciti a dormire prima di allora per causa sua. Mio marito andò dalla pecora e la trovò piena di latte, così la munse e bevemmo fino ad essere dissetati e sazi, poi passammo una buona nottata”.

Dice poi: “Il giorno dopo mio marito mi disse: “sappi per Allah o Halima che hai preso un essere benedetto”. Gli dissi: “per Allah, spero che sia così!”” e aggiunge: “poi ci mettemmo in marcia per il ritorno e lo portai con me sopra l’asina. Giuro su Allah che ho percorso con l’asina ciò che nessun’altro riuscì a percorrere al punto che le mie compagne mi dissero: “o figlia di Abu Dhu’ayb! Aspettaci! questa non è l’asina con cui ti sei messa in marcia ieri!” e dissi loro: “invece si, lo giuro su Allah, è proprio lei!” e risposero: ”per Allah è un asina eccezionale!””.

E dice: “Arrivammo alla nostra terra dei Bani Sa’de non conosco nessuna terra tra le terre di Allah più arida di questa, però adesso il gregge veniva al pascolo con noi e tornava sazio e pieno di latte; mungevamo e bevavamo mentre nessun altro riusciva a mungere una goccia di latte e non ne trovava nelle mammelle, al punto che i presenti della nostra gente dicevano ai loro pastori: “andate dove va il pastore della figlia di Abu Dhu’ayb!”, ma il loro gregge tornava affamato e non dava latte, mentre il mio tornava sazio e dava latte in abbondanza”.

Infine dice: “non smettemmo di approfittare della bontà di Allah finché si completarono i due anni in cui ﷺ restò con noi e smisi di allattarlo. Diventava un giovanotto ma non come gli altri bambini; ancora prima di avere due anni era già grandicello. Lo portammo a sua madre anche se in fondo volevamo restasse con noi per ciò che avevamo visto della sua benedizione. Parlammo con sua madre e le dissi: “lasceresti tuo figlio con me fino a che diventi forte? Temo per lui l’epidemia della Mecca” e non lo lasciammo finchè sua madre non accettò che tornasse con noi[1]

Si racconta che il messaggero di Allahﷺe chi con lui, passò durante la hijrah per la tenda di Umm Ma’bad al-Khuza’iyah, una donna vecchia e paziente che stava accovacciata nello spazio davanti alla tenda e sfamava e dava da bere a chi passava di lì. Le chiesero se avesse qualcosa per loro e disse: “giuro su Allah che se avessimo qualcosa ciò che vi offrirei vi basterebbe, ma la pecora non dà latte ed è stato un anno arido”. Allora il profetaﷺ guardò verso una pecora che stava presso un angolo della tenda e disse: ”cos’è questa pecora o Umm Ma’bad?” e lei disse: “una pecora che è rimasta indietro per la stanchezza” e luiﷺ chiese: “Ha del latte?” e gli disse: “è troppo debole per questo”; disseﷺ “mi daresti il permesso di mungerla?” e rispose: “si, fai tutto ciò che vuoi e se vi trovi del latte mungila”. Allora il messaggero di Allahﷺ sfregò con la sua mano la mammella e invocò Allah e menzionò il Suo nome e la pecora divaricò le gambe e diede latte in abbondanza; chiese un contenitore abbastanza grande da dissetare un gruppetto; la munse ottenendo un latte grasso e diede da bere a Umm Ma’bad la quale bevve fino ad essere sazia, poi si dissetarono i suoi compagni, poi luiﷺ e infine la munse di nuovo fino a che il contenitore non fu pieno un’altra volta, lo lasciò a lei e ripartirono.[2]

Poco dopo arrivò suo marito Abu Ma’bad con il suo gregge stremato che stentava a reggersi in piedi e quando vide il latte si meraviglò e disse: “da dove viene questo, la pecora è sola e non c’è latte in casa!” e lei disse: “giuro su Allah che è passato di qui un uomo benedetto” e gli raccontò poi cosa disse e come andarono le cose.[3] Lui disse: “per Allah! Credo proprio che mi stai parlando di quello dei Quraysh. Descrivimelo o Umm Ma’bad”. E così glielo descrisse ﷺ con le sue caratteristiche e parole incredibili, in un modo che chi ascoltava era come se l’avesse davanti a sè.

Abu Ma’bad disse: “per Allah, questo è quello dei Quraysh su cui si raccontano tutte quelle cose, sono stato sul punto di seguirlo e lo farò se troverò un modo per farlo”.

Oltre a questi ci sono moltissimi esempi di miracoli che indicano la benedizione che recava il profeta Muhammadﷺ e non c’è di che stupirsi perchè eraﷺil sigillo dei profeti e dei messaggeri.

il recensore

  1. Ar-Rahiq al-Makhtum, Ibn Hisham 1/162-164
  2. Ar-Rahiq al-Makhtum
  3. Ibid.