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Perché il Profeta (pace e benedizione su di lui) onora una donna dei Figli di Israele?
Perché il Profeta (pace e benedizione su di lui) onora una donna dei Figli di Israele?
Nel nome di Allah, che Allah accordi la pace e la Sua clemenza al nostro maestro Muhammad, il più nobile profeta.
Supponiamo, solo per lo scopo di quest’argomento, che i nemici del Profeta Muhammed (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) abbiano avuto ragione nelle loro accuse, cioè che il Santo Corano sia stato scritto da lui. In questo caso, i miscredenti sicuramente risponderanno al nostro argomento.
Ora, chiedete ai polemici: avete dubbi sul fatto che Profeta Muhammed (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) fosse un uomo arabo?
Siano d'accordo o meno a tale proposito, il Profeta (la pace e le benedizioni siano su di lui) li ha informati, in maniera più sublime e con parole molto imponenti, che Maryam (Maria), la madre di Gesù (pace su di loro), che appartiene al popolo dei figli di Israele (1), sia stata prescelta tra le donne del mondo.
Quella che è stata prescelta non è sua madre (cioè la madre del Profeta Muhammed, la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui), né sua moglie, né sua figlia, né qualsiasi altra donna araba, ma una donna dei figli di Israele!
Qualcuno può dare una spiegazione a questo? Qualsiasi individuo avrebbe preferito sua madre, sua moglie o sua figlia più delle altre donne del mondo.
Quindi, qual è il motivo per cui il Profeta dell'Islam (la pace e le benedizioni siano su di lui) invita i Musulmani ad onorare una donna appartenente al popolo avversario? Soprattutto poi, una donna appartenente ai Figli di Israele? Una donna appartente ad un popolo che ha sempre disprezzato il suo stesso popolo (gli arabi) per un periodo di tremila anni, esattamente come ancora oggi essi disprezzano i loro fratelli arabi.
Surat Maryam (Maria)
Vi è un capitolo (sura) nel Sublime Corano intitolato "Maryam" (Maria). È stata chiamata "Surat Maryam" come segno di rispetto e d’onore di Maryam, la madre di Gesù (pace su di loro). Maryam (pace su di lei) non ha ottenuto un tale onore nella stessa Bibbia. Tra le sessantasei scritture del Protestantesimo e settantatre scritture della Chiesa Cattolica Romana non vi è una sola scrittura che porti il nome di Maryam o di suo figlio (pace su di loro). Al contrario potrete trovare scritture col nome di Matteo, Marco, Luca, Giovanni e Paolo oltre ad altre scritture che portano nomi ambigui ma nessuno col nome di Gesù o Maryam (pace su di loro).
Se il Profeta Muhammed (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) fosse stato l'autore del Sublime Corano avrebbe potuto menzionare accanto al nome di Maryam, anche il nome di sua madre "Amina", della sua cara moglie "Khadija", o di "’Aisha" o della sua cara figlia "Fatima", (che Allah si compiaccia di loro tutti).
Tuttavia, questa non è la verità, ed il Sublime Corano non è stato scritto da Muhammad (la pace e le benedizioni siano su di lui).
La risposta è semplice: il Profeta non ha avuto l’opzione, non ha avuto il diritto di esprimere la propria volontà, perché il Sublime Corano è stato rivelato da Allah, l'Onnipotente che ha detto: "Non è che una rivelazione ispirata." (tsc, sura LIII, An-Najm, La Stella, versetto 4)
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([1]) Maryam (pace su di lei) non era ebrea. Ella adorava solo Allah e seguiva la religione dei suoi padri: Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e Zaccaria. Era una donna araba hanifita e non politeista. Per quanto riguarda la sua nazionalità, ella apparteneva ad Israele cioè al Profeta Giacobbe (pace su di lui). Affermando che ella fosse ebrea, che seguiva la religione degli ebrei nella sua epoca o affermando che era cristiana, si fanno dichiarazioni inesatte.
Ma se il professore Ahmed Didat intende dire ebrea (giudea) come dal luogo della sua nascita, come è probabile che egli intenda, non c'è nulla di sbagliato, ma è meglio dire Israeliana invece di dire ebrea per evitare ambiguità e per essere precisi. (nota del traduttore).
([2]) vedete (p. 39 - 45) dal libro "Il Cristo nell'Islam", scritto da Ahmed Didat, da noi tradotto e commentato. Pubblicato da ‘Dar Almokhtar Alislami’ a El Cairo, un libro della serie "La Biblioteca di Didat". (nota del traduttore)