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La Sunnah riguardante il sonno

347 2020/04/27
La Sunnah riguardante il sonno

 
Ci sono varie forme di Sunnah:
1) Chiudere le porte prima di mettersi a dormire

Ha tramandato Jabir (Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia la pace) ha detto:

“Quando vi apprestate ad andare a letto, spegnete le lampade, chiudete le porte, mettete il coperchio ai recipienti d’acqua, e ricoprite cibi e bevande”

(Bukhari, 5624; Muslim, 2012)

La ragione per la chiusura delle porte è stata già ricordata nel precedente hadīth di Jabir (Allah sia soddisfatto di lui):

“… e chiudete le porte e menzionate il nome di Allah: certo Satana non può aprire una porta chiusa [in tal modo]”

(Bukhari, 5623; Muslim, 2012).


2) Spegnere le luci prima di coricarsi
Come ricordato nel precedente hadīth di Jabir (Allah sia soddisfatto di lui): “Quando vi apprestate ad andare a letto, spegnete le lampade”

Analogamente a quanto tramandato da Ibn ‘Omar (Allah sia soddisfatto d’entrambi), che riportò come il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) disse:

“Non lasciate fuochi accesi nelle vostre case quando vi mettete a dormire”

(Muslim, 2015).

Per analogia è considerato alla stessa stregua tutto ciò che è legato al fuoco nelle abitazioni, come il riscaldamento, ad esempio, e qualunque altra cosa simile possa provocare un incendio.
Tuttavia, se la persona che si appresta a dormire ritiene fondatamente che non vi sia rischio d’incendio, allora non vi sarà problema alcuno a mantenere la fonte di luce o calore accesa.
3) Eseguire le abluzioni prima di mettersi a dormire

Ha tramandato al Bara’ ibn ‘Azib (Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia la pace) ha detto:

“Al momento di andare a dormire, esegui le abluzioni come se tu dovessi pregare, poi coricati sul fianco destro e dì: o Allah, sottometto tutto me stesso a Te …”

(Bukhari, 247; Muslim, 2710).

4) Spazzare il letto prima di coricarsi

Ha tramandato Abu Hurayrah (Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia la pace) ha detto:

“Quando vi apprestate a coricarvi, spazzate le lenzuola del letto, poiché non sapete quel che vi si può nascondere; poi dite: nel Tuo Nome, o Signore, mi corico…”

(Bukhari, 6320; Muslim, 2714).

Si tratta di spolverare le lenzuola dal loro interno
Da quanto precede, emerge come la Sunnah consista nello spazzare le lenzuola dall’interno per tre volte e nominando il Nome di Allah
E’ meglio usare la parte interna delle proprie vesti per spazzare le lenzuola, benchè alcuni sapienti abbiano detto che si può utilizzare qualunque cosa. Resta comunque fondamentale spazzare il letto. Ibn Jibrin (Allah abbia misericordia di lui) ha detto che non è essenziale spazzare la parte interna del lenzuolo, lo si può fare su tutto il giaciglio, con il proprio turbante o qualcosa d’analogo (Cfr. la sua fatwa 2693).
5) Addormentarsi sul fianco destro
6) Porre il palmo della mano destra sotto la guancia destra

Ha tramandato al Bara’ ibn ‘Azib (Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia la pace) ha detto:

“Al momento di andare a dormire, esegui le abluzioni come se tu dovessi pregare, poi coricati sul fianco destro e dì: o Allah, sottometto tutto me stesso a Te …”

(Bukhari, 247; Muslim, 2710).

Ha tramandato Hudhayfah (Allah sia soddisfatto di lui) che quando il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) si accingeva a coricarsi di notte, poneva la sua mano sotto la sua guancia…”

(Bukhari, 6314).

7) Recitare delle invocazioni al momento di addormentarsi
Le invocazioni dal Libro di Allah e dalla Sunnah, prima di addormentarsi
1) Dal Libro di Allah:
a) Ayatul Kursi (Cor. 2, 255) 
Fa parte della Sunnah la recitazione del versetto del Piedistallo, ayatul kursi, al momento di mettersi a dormire; essa rappresenta una protezione da Satana fino al mattino.

Nella storia di colui che frodava parte della zakāh, Abu Hurayrah ha tramandato (Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia la pace) gli chiese: “Cosa ha fatto il tuo prigioniero ieri?”. Rispose: “O Messaggero di Allah, mi ha detto che mi avrebbe insegnato delle parole che procurano la benedizione di Allah. Quindi gli resi la libertà. “Quali sono queste parole?”. Rispose Abu Hurayrah: “Mi disse di recitare, quando vado a dormire, ayatul kursi dall’inizio alla fine; quindi aggiunse che questo mi garantirà la protezione divina e nessun demone mi si avvicinerà, fino al mattino; sarà inoltre fonte di bene”. Replicò dunque il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace): “Quel bugiardo ti ha certamente detto la verità. Lo sai chi era quello che per tre notti è venuto a parlarti, o Abu Hurayrah?. “No”, rispose. Riprese [il Profeta]: “Quello era un demone!”

(Bukhari, 2311; an-Nasa’i, as-Sunan al kubra, 10795).


b) La recitazione degli ultimi due versetti del secondo capitolo del Corano

Ha tramandato Abu Mas’ud al Ansarī (Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia la pace) ha detto:

“Chi recita questi due versetti finali del capitolo della Giovenca alla sera, ciò gli basterà [come protezione]”

(Bukhari, 4008; Muslim, 807).

Questi due versetti non fanno parte, in senso stretto, delle invocazioni prima di coricarsi; rappresentano invece una delle invocazioni serali: chi dimentica di recitarli alla sera, potrà farlo quando si mette a letto.
Vi sono due opinioni a proposito del carattere di protezione di questi due versetti:
Vi è chi ritiene si tratti dell’aiuto che offrono per risvegliarsi nel cuore della notte per pregare; e vi è chi ritiene si tratti della protezione da Satana.
Altri ritengono che proteggano in modo inclusivo da devianze e tentazioni, come espresso da an-Nawawi (Allah abbia misericordia di lui) (Cfr. Sharh an-Nawawi, hadīth 808, capitolo: “Il merito del primo capitolo del Corano e della parte finale del capitolo della Giovenca…”)
c) Recitazione del capitolo della sincerità (Cor. 112), le due protettrici (Cor. 113 e 114) ed il soffio sulle mani, che poi si passano su tutto il corpo
Eccone la prova:

Ha tramandato ‘A’ishah (Allah sia soddisfatto di lei) che quando il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) si metteva a letto, ogni notte, univa i palmi delle mani e vi soffiava dentro, poi recitava:

{Dì: Egli Allah è l’Unico} (Cor. 112) e {Dì: mi rifugio nel Signore dell’alba nascente} (Cor.113) e {Dì: mi rifugio nel Signore degli uomini} (Cor. 114); quindi passava le mani su ogni parte che poteva del suo corpo, iniziando dal capo e dal volto fino a dove poteva del suo corpo; ripeteva ciò per tre volte

(Bukhari, 5017). 

Da questo hadīth si evince che il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) faceva ciò ogni notte, come confermato dalle parole di ‘A’ishah (Allah sia soddisfatto di lei). Dunque, chi vuole applicare questa Sunnah deve unire i palmi delle mani, soffiarci sopra e recitare gli ultimi tre capitoli del Corano, poi deve passare le mani sul suo corpo a partire dalla testa e dal viso, per tre volte.
d) Recitazione del capitolo dei Miscredenti (Cor. 109)

Ha tramandato ‘Urwah ibn Nawfal (Allah sia soddisfatto di lui) che il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) disse a suo padre Nawfal:

“Recita: “Dì: o miscredenti!” poi mettiti pure a dormire ed essa sarà una protezione dal politeismo”

(Ahmad, 21934; Abu Dawud, 5055; Tirmidhi, 3403; confermato da al-Albani – Allah abbia misericordia di lui).

2. Altre invocazioni dalla Sunnah

a) “Nel Tuo Nome, o Allah, muoio e vivo”

(Bukhari, 6324; dal hadīth di di Hudhayfah – Allah sia soddisfatto di lui).

b) “O Allah Tu hai creato la mia anima e Tu le darai la fine; Tu stabilisci la sua morte e le concedi vita; se la vita le concedi, proteggila; se la sua morte decreti, perdonala; o Allah ti chiedo la slavezza”

(Muslim, 2712).

c) “O Allah, Signore dei cieli e della terra e del trono maestoso; o nostro Signore e Signore di tutte le cose, Tu Che decreti lo schiudersi del seme e del nocciolo, Tu che hai rivelato la Torà, il Vangelo ed il Corano: cerco rifugio in Te da ogni male che Tu controlli. O Allah, Tu sei il Primo e nulla ti precede; Tu sei l’Ultimo e nulla ti segue; Tu sei al di sopra e al di sotto d’ogni cosa [Tu controlli ogni cosa]: assolvi i nostri debiti e liberaci dall’indigenza”

(Muslim, 2713).

d) “Nel Tuo Nome, o mio Signore, mi sono coricato e per Te mi rialzo: se trattieni la mia anima, abbi di lei misericordia; se la lasci tornare [alla vita terrena], proteggila come fai con i Tuoi servitori devoti”

(Bukhari, 6302; Muslim, 2714).

e) Ha tramandato Anas (Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia la pace), quando si metteva a letto, recitava: “Lode ad Allah che ci ha concesso cibo e bevande, provvidenza e protezione: quanti sono privi di chi provveda loro e li protegga!”

(Muslim, 2715).

f) “O Allah, proteggimi dal Tuo castigo nel Giorno in cui risusciterai i Tuoi servitori”

(Ahmad, 18660; confermato da al Albani in Sahih al jāmi’, 2/869).

g) Il tasbīh (subhanallah) 33 volte; il tahmīd (al hamdu lillah) 33 volte; il takbīr (Allahu akbar) 34 volte
La Sunnah stabilisce di recitare il tasbīh 33 volte, il tahmīd 33 volte ed il takbīr 34 volte, quando ci si appresta a dormire. Ciò è fonte di grande benedizione, in quanto dona al corpo la forza per affrontare la giornata successiva.

Ne è prova quanto tramandato da ‘Ali (Allah sia soddisfatto di lui), che disse come Fatimah si lamentò dei calli alle mani; un prigioniero venne dal Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) e quand’ella si recò da lui non lo trovò; trovò invece ‘A’ishah cui riferì [delle proprie lamentele]. Al ritorno del Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace), ‘A’ishah lo informò dell’accaduto. Quindi il Profeta andò a trovare Fatimah, mentre lei [e suo marito ‘Ali] si erano già messi a letto; fecero quindi per levarsi in piedi ma il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) disse loro: “Restate pure dove siete”. Si sedette fra loro fino a che Fatimah potè sentire il piede freddo [di suo padre] prossimo al suo torace. “Volete che vi insegni qualcosa migliore di quel che avete chiesto? Quando vi mettete a letto recitate il takbīr 34 volte, il tasbīh 33 volte, il tahmīd 33 volte. Ciò sarà meglio per voi che avere un servitore”

(Bukhari, 3705; Muslim, 2727).

In un’altra versione, ‘Ali (Allah sia soddisfatto di lui) disse:.

“Da quando l’ho udita dal Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) non ho mai abbandonato questa pratica. Gli fu chiesto: nemmeno nella notte [della battaglia] di Siffin? Replicò: nemmeno nella notte di Siffin”

h) “O Allah a Te ho sottomesso tutto me stesso, a Te ho affidato ogni mio affare, in Te ho preso rifugio, per amore e timore di Te: non c’è rifugio né protezione se non in Te; ho creduto nel Tuo Libro che hai rivelato e nel Tuo Profeta che hai inviato”

(Bukhari, 247; Muslim, 2710).

In conclusione del hadīth, disse il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace): “Fa che queste siano le tue ultime parole [prima di addormentarti]: se tu dovessi morire in quella notte, morirari da monoteista”. Nella versione di Muslim: “E se ti risveglierai [al mattino successivo] ti risveglierai colmo di bene”.
Questo hadīth contiene l’illustrazione di un’ulteriore Sunnah: fare di questa recitazione le ultime parole che si pronunciano prima di addormentarsi; questo comporta un’immensa ricompensa divina: se infatti si muore in quella notte, si morirà nello stato di monoteisti, seguaci del profeta Abramo (Allah gli dia la pace); se ci si risveglia al mattino, ci si risveglierà colmi della grazia divina nel sostentamento e nelle azioni. E Allah è più sapiente.

E’ importante notare come ad una recitazione di eccezionale valore, corrisponda una ricompensa divina di eccezionale valore. Ha tramandato a tal proposito Shaddad ibn Aws (Allah sia soddisfatto di lui) che il Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace) disse:

“La migliore richiesta di perdono è: O Allah, Tu sei il mio Signore, non c’è altra divinità all’infuori di Te; mi hai creato ed io sono un Tuo servo; mantengo per quel che posso la mia promessa a Te; cerco rifugio in Te dal male che ho commesso; riconosco la Tua grazia verso di me e riconosco il mio peccato: perdonami! Poiché nessuno può perdonare i peccati all’infuori di Te!” Quindi aggiunse: “Chi pronucia quest’invocazione di giorno con profonda convinzione, poi muore in quello stesso giorno prima della sera, sarà fra gli abitanti del Paradiso; e chi la pronuncia di notte con profonda convinzione, poi muore prima dell’alba, sarà fra gli abitanti del Paradiso”

(Bukhari, 6306).  

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