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La Rettitudine e il Peccato (parte 2 di 2): Il Peccato e la Coscienza Umana

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2177 2014/06/15 2024/11/17

 

Nella seconda parte di questa narrazione:“La rettitudine è la buona condotta; il peccato è ciò che fa vacillare la tua anima e di cui ti ripugna che gli altri siano a conoscenza.” (Riferito da Muslim); il Profeta (che la pace e le benedizioni siano su di lui) menzionò un altro aspetto sottile del peccato, cioè che il peccato è qualcosa che disturba la coscienza di una persona retta e che una persona cerca di nasconderlo agli altri.


Dio ha ispirato in ogni anima la capacità, anche se limitata, di riconoscere la verità dalla falsità e di distinguere la via del bene da quella del male:

“ [...]per l'anima e Ciò che l'ha formata armoniosamente ispirandole empietà e devozione.” (Corano, Interpretazione del significato, Sura XCI, Ash-Shams, Il Sole, vv.7-8)


Fintantoché un individuo cerca la rettitudine, egli sa quando ha fatto qualcosa di sbagliato a causa della propria coscienza, ed anche se cerca delle scuse per quello che fa, non vorrebbe  mai che si venga a sapere, perché si vergognerebbe di tale peccato, la sua religione è ricca di timidezza, vergogna e timidezza. Il Profeta (che la pace e le benedizioni siano su di lui) disse:


"La vergogna e la timidezza sono la perfezione della fede." (Sahih Al-Bukhari)


La vergogna è una cosa, la quale può evitare a una persona di commettere del male. Il Profeta (che la pace e le benedizioni siano su di lui) disse:


"Se non hai vergogna, allora fai ciò che ti pare." (Sahih Al-Bukhari)


Il livello più alto di vergogna, è il vergognarsi di commettere peccati davanti Dio. Questo è un fattore chiave per evitare il peccato, e questo standard può essere utilizzato anche per giudicare se un atto è un peccato.


Questi sentimenti di coscienza e vergogna sono una conseguenza naturale del nutrire una fede vera, e questo è ciò che la religione dell'Islam propone di creare nella coscienza di un individuo, una coscienza islamica che guida gli esseri umani durante la loro vita.


Questa coscienza interiore è ciò che rivela lo stato del cuore di un individuo, se è viva e quindi alla ricerca della verità, o morta, piena di desideri di questa vita terrena. La mancanza di religiosità e di indulgere nel peccato causa alla persona a perdere la propria coscienza, e non può più essere utilizzata come fonte di guida.


"Perché non divennero umili, quando giunse loro il Nostro rigore? I loro cuori, invece, si indurirono e Satana abbellì ai loro occhi quello che facevano." (Corano, Interpretazione del significato, Sura VI, Al-An'âm, Il Bestiame, v.43)


"Non percorrono dunque la terra? Non hanno cuori per capire e orecchi per sentire? Ché in verità non sono gli occhi ad essere ciechi, ma sono ciechi i cuori nei loro petti." (Corano, Interpretazione del significato, Sura XXII, Al-Hajj, Il Pellegrinaggio, v.46)


Il cuore è una guida, in collaborazione con l'intelletto e la rivelazione, al fine di facilitare la ricerca della verità. Il cuore di colui che è alla ricerca della verità è infatti vivo, questa vita e la nostalgia lo inducono a cercare. Questo tipo di persona non troverà mai pace nel cuore con qualsiasi altra religione, tranne la religione che Dio ha ordinato all'umanità, e fintantoché esisterà il desiderio della verità, la coscienza continuerà a preoccuparsi fino a trovare la vera religione di Dio. Infatti, se la persona è sincera, Dio la guiderà alla verità:

"Quanto invece a coloro che si sono aperti alla guida, Egli accresce la loro guida e ispira loro il timore [di Allah]." (Corano, Interpretazione del significato, Sura XLVII, Muhammad, v.17)


Fonte: islamreligion.com      



 

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